Vegano, sano o malsano?

Vegano, sano o malsano

Cosa dice il credo, cosa dice la scienza, tra cibo, fede e credenze, la salvezza è possibile?

Affrontare questo argomento è quanto mai scomodo, per vari motivi.

Primo fa tutti perché più studio e pratico, più capisco che davvero poco conta cosa mangi.

Conta quando lo mangi, e quanto sei salutare nel mangiare, non un fanatico salutista.

Pensate al caso, salutista significa persona “molto” attenta a ciò che mangia, ma anche soldato dell’esercito della salvezza, e questa cosa mi fa troppo ridere.

Se analizzo professionalmente un panorama variegato come quello alimentare, che si tratti di onnivori, vegetariani, vegani, crudisti, fruttariani, avventisti del settimo giorno vedo da molte angolazioni poca salute e molta malattia, la patologia in questione si chiama Ortoressia.

Ortoressia (dal greco orthos -corretto- e orexis -appetito-) è un termine che definisce un disturbo alimentare proposto da alcuni medici e psichiatri, descritto come una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche.

L’ortoressia non è attualmente riconosciuta come patologia dal DSM-5, il principale manuale di diagnostica dei disturbi mentali.

Del resto è facile mascherare le proprie mancanze ed i propri disturbi dietro il rispetto per se stessi e la salute.

Pensate ai drogati tutti “tonici” con il corpo definito e le vene in mostra, appaiono sani, ma sono drogati.

Una cosa però non mente mai, il corpo, esso parla più di mille bugie, è si palesa attraverso l’estetica che è la connessione con i nostri sensi, la nostra percezione, e parla anch’essa più di mille credenze.

Quindi se ci lasciamo incantare dai drogati (ndr. dopati) da persone che mangiano carote e cavoli e dicono di essere sani o mangiano bistecche di brontosauro rigorosamente cacciato da loro, e dicono di essere sani, forse, dico forse, siamo davvero fuori strada.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Ricercare un senso

Trovare un senso è davvero difficile in questo meandro di informazioni, perché si va da chi mangia solo carne, sempre carne, chi pensa che gli affettati e gli insaccati non siano carne, chi crede nel dio pasta, nella santità pane, ed ingurgita tonnellate di lievito, a chi mangia solo mele cadute spontaneamente dall’albero o solo bio (leggi mio articolo sul bio clicca QUI)  solo prodotti secondo chissà quale logica ritenuti salutari, e ingurgita tonnellate di tofu, seitan, o solo verdure, o solo frutta.

Ora potrei concludere dicendo, mangiate con equilibrio tutto, compatibilmente con la vostra etica e morale, ricordandovi di non eccedere in oltre 500gr di carne rossa la settimana, e mangiando per ogni pasto principale il 70% circa di vegetali.

Come sostengo da sempre la dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità, se svolta bene è ottima nel bilanciare, rispetto per l’ecosistema, rispetto per se stessi, cura e nutrizione.

A dirlo sono le maggiori ricerche mondiali, nonché il riconoscimento mondiale dell’Unesco

Le motivazioni dichiarate dall’Unesco sono soprattutto di ordine antropologico e non danno una definizione precisa della dieta mediterranea in senso alimentare o sanitario.

« La Dieta mediterranea coinvolge una serie di abilità, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti le coltivazioni, i raccolti agricoli, la pesca, l’allevamento degli animali, la conservazione, la lavorazione, la cottura e particolarmente la condivisione e il consumo degli alimenti»

L’UNESCO sottolinea che il riferimento geografico è ai paesi del bacino mediterraneo e alla loro identità e continuità culturale.

Il comportamento fondamentale è il “mangiare insieme”, che enfatizza la rilevanza della famiglia, del gruppo e della comunità.

A questo si accompagnano i valori dell’ospitalità, del rapporto di vicinato, del dialogo interculturale e del rispetto della diversità.

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Ma basta per la salute? 

Assolutamente no, ad oggi in visione metodologia pnei, antiaging & antistress è davvero limitante pensare alla nutrizione senza una modulazione e remodelling della composizione corporea e del sistema nervoso.

Senza valutare l’azione antinfiammatoria dell’attività fisica e rispettare i ritmi circadiani.

Oggi sappiamo che se non moduliamo lo stress system, i risultati ottenuti saranno temporanei, limitati e porteranno il corpo verso un lento degrado a prescindere dal tipo di nutrizione.

Oggi sappiamo che moltissime persone attiva un sistema di loop negativo, che porta a sarcopenia, osteopenia, eccesso di fat mass, e che anche una persona di 165cm per 48kg può avere le problematiche di un obeso, ed essere definita persona in Obesità OsteoSarcopenica.

Potrei concludere che si apre un mondo, a partire dall’albumina fino ai biofeedback respirati ma continuiamo con la Diete…

Dov’è il vero problema?

Leggendo quanto descritto sopra, non è difficile capire che il problema più che alimentare è sociale, sociologico, riguarda i ritmi forsennati di lavoro, le abitudini sbagliate, la mancanza di rispetto per i ritmi del corpo e della terra, i ritmi circadiani, e questo è trasversale ad ogni tipo di alimentazione, anche se sicuramente, chi si avvicina a certi tipi di alimentazione, vegetariana o vegana, mediamente è più attento a queste sfumature, spesso anch’essi sono “ingoiati” dalle frenesie sociali e culturali, così ho visto vegetariani o vegani fumatori,  vegani drogati di anabolizzanti, che fanno gli atleti, oppure onnivori che pensano che se mangiano 2kg la settimana di carne bio, allora sono paleo ed in salute.

Insomma tantissimi ed incomprensibili contrasti che fanno capire quanto spesso quella della scelta alimentare sia più, in tutte le direzioni, o una presa di posizione, credenza, o soddisfazione di bisogni invece di una vera scelta omnicomprensiva e limpida, empatica e ragionata.

Quindi se voglio mangiare Vegano cosa scegliere?

Beh dare una risposta è quanto meno complesso, principalmente per una questione numerica.

Per quanto si affannino molto e facciano molta propaganda (spesso a giusta ragione visto l’inquinamento mondiale globale prodotto dagli allevamenti intensivi, il maltrattamento e le condizioni disumane di molte “catene alimentari” senza tuttavia tener conto che siamo 8 miliardi e senza carne ed insetti o proteine nobili, riusciremmo a sfamare nel rispetto della natura forse 2,5 miliardi di persone) i numeri non sono dalla loro parte.

Infatti, negli USA, circa il 2-3% della popolazione adulta segue in modo regolare una dieta vegana, e circa l’1% dei bambini e degli adolescenti tra gli 8 e i 18 anni è vegetaliano (vegano)

Altri paesi occidentali presentano percentuali diverse, ad esempio l’Italia ha una presenza di vegetaliani che nelle rilevazioni fluttua tra l’1,1% e il 3%.

Tuttavia, le rilevazioni sui vegani possono essere complesse da eseguire e da interpretare a causa della varietà dei comportamenti e delle motivazioni che possono ricadere sotto questa etichetta.

E per questo fare ricerche serie è difficile, perché si rischia di etichettare come Vegano, sfumature davvero differenti di alimentazione.

Pensate se l’ambiente onnivoro sotto questo punto di vista è semplice, così come quello vegetariano, avvicinandoci al veganismo troviamo davvero una moltitudine di sfumature:

Vi sono per esempio, sfumature che sfociano nel crudismo vegetaliano, nel fruttarismo o nell’ehretismo (pseudoscienza senza fondamenti) per arrivare ad eccessi come il respirianesimo, coloro che bevono solo tutto frullato, o coloro che confondono l’ecologismo con il mangiare vegano.

Insomma, molta, molta, molta, confusione.

Ma fa bene mangiare Vegano?

La Academy of Nutrition and Dietetics (ex American Dietetic Association) ha dichiarato nel 2009 che una dieta vegetariana o vegana è adeguata a tutte le età e può contribuire ad uno buono stato di salute, a patto che sia correttamente pianificata, e in alcuni casi opportunamente integrata.

Insomma questo è vero per tutti i tipi di alimentazione, quindi nulla di nuovo, se non che almeno non fa male.

Escludere la carne ed in generale, i prodotti di derivazione animale, significa eliminare dalla dieta i prodotti alimentari più ricchi di proteine.

L’organismo umano però ha due vincoli legati alle proteine che non possono essere violati, ovvero il fabbisogno di amminoacidi essenziali giornaliero e il fabbisogno proteico totale giornaliero.

Ogni parte dei vegetali contiene proteine ma queste si concentrano in quantità significative solo nei semi, e inoltre solo pochissimi vegetali, tra questi la quinoa (l’aumento per far capire ai vegano la fragilità del loro intento, di quinoa, ha portato sul lastrico i contadini che la producevano, che oggi muoiono di fame, all’uso e l’abuso di pesticidi e all’ingresso di multinazionali spesso spacciate dietro aziende eco-solidali.

http://www.lastampa.it/2017/05/27/scienza/il-boom-della-quinoa-buona-per-la-salute-non-per-le-ande-JRPFfuZqOtByOIXVnhJAvI/pagina.html)  hanno tutti gli amminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni.

Pertanto la dieta vegana deve comprendere non solo una quantità giornaliera adeguata di legumi, cereali e noci, per soddisfare il fabbisogno proteico, ma anche la loro co-assunzione, per soddisfare pure la corretta copertura di tutti gli amminoacidi essenziali.

La dieta vegana, se non applicata adeguatamente e generalmente seguita da un nutrizionista (ma questo vale per tantissime diete soprattutto per quelle che ci “passiamo” a caso o ci da l’amica perché lei con questa è dimagrita) può portare a deficit o riduzione nell’assorbimento di nutrienti essenziali, tra cui acidi grassi, minerali e vitamine, con particolare riguardo verso la vitamina B12.

Come evidenziato da uno studio retrospettivo del 2013, che analizzava i dati di ulteriori 18 studi scientifici, la carenza di vitamina B12 tra i vegani è alquanto diffusa in ogni fascia di età, gruppo sociale e luogo di residenza

Importante capire che…

Da una prospettiva di sociologia delle religioni è possibile intravedere nel veganismo contemporaneo alcuni tratti caratteristici delle cosiddette “religioni implicite”, in particolare qualora esso sia oggetto di un investimento personale che coinvolga profondamente e ampiamente l’identità personale.

L’attenzione scrupolosa ed eticamente connotata per il rispetto e la salvaguardia della vita animale può allora assumere aspetti ritualistici e quasi sacrali. La dimensione religiosa del veganismo emerge anche dalla sua forte carica idealistica, che traspare nel desiderio e nel tentativo di cambiare il mondo, l’economia e la società ad immagine dei valori cui il movimento aderisce.

Proprio questo aspetto a mio avviso danneggia maggiormente questa “filosofia religiosa alimentare”

Si moltiplicano sul web le tabelle nutrizionali comparative (farlocche) fra vegetali e derivati animali. La trappola ai danni dei lettori sta nel modo ingannevole di esprimere i numeri, pratica nella quale gli Apostoli del Veganesimo sembrano brillare quanto a spregiudicatezza

Ogni balla, per sembrare credibile, deve pur poggiare su una qualche verità. Inventarsi dal nulla numeri falsi porta infatti poco lontano.

Se invece si prendono dei numeri oggettivi e li si manipola in modo subdolo e malizioso si possono creare dati che una loro parvenza di obiettività par ben che la possiedano.

Per lo meno agli occhi di un lettore poco preparato oppure già incline per sua disgrazia a credere a tutto ciò sia funzionale alla propria ideologia.

Questo per esempio è comparare le proteine della carne a quelle dei fagioli, dicendo che sono medesime, senza dire che la quota è riferita ai fagioli secchi, che per noi non sono commestibili, che non è assimilabile se non abbinata ai cereali e che la quota si riduce della metà quando i fagioli vengono cucinati…

Fra le pratiche disinformative più battenti, negli ultimi anni si è distinta quella operata dai cosiddetti “Apostoli Vegan”, ovvero quelle avanguardie integraliste che non contente di aver rinunciato loro agli alimenti di origine animale devono a tutti i costi fare proseliti anche fra coloro che ad abbandonare uova, latte e bistecche non sembrino affatto interessati.

Una crociata, la loro, da portare avanti con ogni mezzo, anche deformando consapevolmente la verità.

Il paradosso vegano

Quindi bisogna essere bravi, competenti, capaci, attenti, avere tanto tempo e sapere che comunque vada sarà un insuccesso per il pianeta… il paradosso vegano è proprio questo più diventeranno meno staranno salvando quello per cui lottano.

Che si tratti di aumento del fabbisogno, di qualunque tipo di alimentazione, pensare di portarlo avanti in modo ecosostenibile, è un controsenso di termini pratici, economici, di distribuzione e conservazione.

Quindi non saranno efficaci ma crederanno di esserlo fino a quando resteranno pochissimi.

Conclusioni

Molti studi esistono riguardo la scelta o meno di mangiare carne, e per quanto il mio personale consiglio, che si basa su review internazionali, sia:

“Mangia come vuoi ma consapevolmente, idratati, rispetta i ritmi circadiani e mangia mediterraneo”

la scienza anche sulla dieta vegana si è espressa o almeno prova a farlo con review, ricerche, studi, che hanno sicuramente ancora bisogno di tempo.”

Partiamo da un dato importante, China Study è una bufala, ed oggi sappiamo che molti dei dati su quel libro sono stati artefatti e sono privi di senso, detto questo.

https://www.airc.it/cancro/disinformazione/the-china-study/

Che sicuramente l’abuso di carne ma soprattutto di carne lavorata come insaccati e affettati è correlata ad alcuni tipi di tumore, ma anche che la problematica vera è la mancanza di uso di prodotti freschi, come verdura e frutta.

Divertente capire che, se da una parte solo la carne lavorata e l’abuso viene colpito, il pesce ne esce vincitore assoluto grazie all’apporto di omega 3, a patto di non visionare i dati sull’inquinamento delle navi, dei mari e degli oceani…

https://www.airc.it/prevenzione-tumore/alimentazione/dieta-vegetariana/carne-vegetali-cancro/

Mangiare vegano è antitumorale? assolutamente no!

Diciamo che mangiar male è pro malattia, ma questo vale per tutte le diete, e che l’aspetto sociale a cui sopra faccio riferimento, porta sicuramente dei punti al movimento Vegano, che vuole portare, a volte con modi a me poco “simpatici”, il mondo più a misura d’uomo, e le persone a pensare come mondo e non come singolo individuo, e questo è sicuramente un merito.

Ma soprattutto diciamo che la mancanza di movimento è il vero grande problema, che tu decida di mangiare tutto quello che credi o pensa ti possa salvare la vita.

Come diceva un mio amico, ricordati moriremo tutti, ma questo non è un buon motivo per devastare il mondo.

Per capire questo però, forse basta un po’ di buon senso personale, possiamo tranquillamente evitare gli estremisti.

Gli studi scientifici quindi da una parte dicono che mangiare vegano è compatibile con la salute, riduce il rischio di alcuni tumori ma rispetto a chi mangia “normalmente”, ora questo “normalmente” in America  lascia davvero spazio ad ampie forme di malattia.

Alcuni studi correlano il vegan con un maggior numero di depressione, soprattutto tra gli uomini, ed altri con il fatto che la dieta vegan è possibile senza problemi applicarla anche a bambini, neonati.

Sarebbe ora di smetterla, di fare proclami sui bambini vegani, sulla dieta vegana, che fa male, non fa male!

Certo è difficile da applicare, richiede tempo, tanto tempo se non vuoi passare la vita a mangiare cibo confezionato con scritto sopra vegan ok, richiede tanti soldi, tanti, e sarebbe meglio avere qualcuno che ti cucina, perché, visti i tempi di cottura dei legumi secchi,  la continua necessità di approvvigionamento di verdura fresca bio, ecosolidale a km zero, visto le competenze che servono per abbinare cereali e legumi, mangiare bene vegan è difficile, ma solo difficile, per il resto direi che se facessero assaggiare il loro cibo e facessero meno propaganda invasata, avrebbero molte più persone dalla loro parte…

Ma questo è il consiglio di “io” che #faccioginnastica.

Il vero problema non è l’essere vegano, ma gli estremisti ed una dieta di cibo orrendo, usato costantemente, tutto confezionato che porta il mondo ad avere problemi di sovrappeso, obesità, malattie, morte.

Pensate al buonismo che gira attorno all’obesità, pensate a come riteniamo “normali” persone in forte sovrappeso a rischio obesità, ed uno obeso è tale che sia vegano, vegetariano od onnivoro.

Pensiamo al fatto che a questa patologia è correlata le prime cause di morte al mondo, e capiremo che il problema è che, a prescindere dalla scelta alimentare, mangiamo male, troppo, ci idratiamo poco, respiriamo male e non ci muoviamo!!!

La mancanza di MOVIMENTO è la vera malattia. Non di sport di movimento, non di sport di movimento, non di sport di movimento

Per me del resto i Vegan estremisti sono alla stregua dei carnivori estremisti o i Paleo, e riesco a vedere in queste forme di fanatismo solo la malattia o il grande disagio personale.

Quasi sempre questi ortoressici hanno avuto passati da obesi, anoressici, bulimici, poi sono diventati carnivori, poi vegani, poi…  basti questo, ed anche se su facebook ed instagram si innalzano a blogger, food coach, fitness coach, health coach, coach sono mediamente ripeto o malati, o persone da un grande disagio.

Diffidatene e rivolgetevi ai professionisti veri. Ed anche li, attenti!

  • Che si debba tornare a dei ritmi più umani è vero a prescindere dalla scelta alimentare
  • Che si debba muoverci di più è vero a prescindere dalla scelta alimentare
  • Che si debba seguire i ritmi circadiani è vero a prescindere dalla scelta alimentare
  • Che si debba rispettare il pianeta il più possibile è vero a prescindere dalla scelta alimentare
  • Che seguire la dieta mediterranea quella vera è salutare  è vero a prescindere dalla scelta alimentare
  • Che seguire la dieta vegetariana o vegan o salutare è vero a prescindere dalla scelta alimentare 

Tutto il resto sono proclami, credenze, non dimostrate da nessuno.

Imparate a chiedere dimostrazioni e studi scientifici, ad avere senso critica ed a lasciare sempre da parte il secondo me ed il sentito dire, quando esprimete gli ultimi due, specificatelo sempre!

Buon Movimento



    Francesco Menconi

    Ciao, sono Francesco Menconi... Nella mia attività quotidiana di Health Trainer ed esperto in metodologie Antiaging & Antistress, cerco innanzitutto di far innamorare le persone del loro corpo, attraverso la comprensione di sé che passa anche attraverso il movimento, perché solo vicini al corpo è possibile trovare il vero benessere... Mi piace scrivere per condividere quel poco che so su questo miracolo chiamato corpo umano.. Ho scritto 4 libri, i più importanti: "Ama il corpo tuo come te stesso, vivi circadiano" che ha venduto oltre 4800 copie ed il mio nuovo libro uscito a Dicembre 2021 "Accidia, dall'esistere, all'essere" Se ti va, scrivimi i tuoi pensieri lasciandomi un tuo commento...

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